mercoledì 19 agosto 2020

numero 222

 ..e a sapere che avessi un solo, unico giorno da vivere, e magari lo passerei tutto a decidere cosa fare, e poi...

domenica 16 agosto 2020

Domenica mattina

 Sono uscito a cercare ispirazione...

Tutto faceva pensare al meglio, la notte che se ne stava andando, svanendo alle prime luci dell'alba...

Il cielo che si stava dipingendo d'azzurro, le nuvole grigie, che pian piano prendevano arie tonalità di giallo...

Poca vita in giro, qualcuno a correre o a passeggiare col cane, qualche rara macchina, chi al ritorno da una serata di festa o chissà di lavoro, e qualcuno che al lavoro ci stava andando...

Ma molto silenzio, con solo il canto degli uccelli, e i loro voli a rendere vivo questo cielo azzurro...

Poi d'intorno le montagne, che da oscura presenza, via via si palesavano, rivelando chiazze di verde, e canaloni di ghiaia...

E poi avanti, cercando qualcosa tra campi coltivati, o preparati per la nuova semina...

Ma nulla, nulla che mi desse un'emozione...

Sono tornato a casa e ho scritto!

giovedì 13 agosto 2020

numero 221

 ...nel frattempo...

Un inizio così, strano, nel frattempo presume che si sia svolta un'altra scena prima.

Ma in ogni storia c'è un inizio che avviene prima dell'inizio della storia stessa, o forse no?

lunedì 10 agosto 2020

numero 220

 Ed un giorno, sentendosi sola e trascurata, decise che, quel sole che scaldava tutti, doveva essere solo suo.

Ci pensò sopra, e arrivata a capire come compiere l'impresa, si organizzò, e cominciò.

Preparata una bella base solida, si mise a costruire una scala che l'avrebbe portata ad avvicinarsi abbastanza al sole, tanto da poterlo prendere alla fune, e trascinarlo verso casa sua.

Dai suoi calcoli, in qualche giorno ce l'avrebbe fatta, perché si sa che le imprese più ardite, sono da risolvere in poco tempo.

Al terzo giorno, e raggiunta una altezza già, importante, si alzò verso il sole, per vedere quanto ancora mancava...

Il sole brillava come non mai quel giorno, e la sua luce, forse la stanchezza, e il caldo, le diedero un'intorpidimento tale, che rovinò disgraziatamente giù dalla scala, rimanendo esanime al suolo...

In quel preciso momento, sembrò scendere una lacrima dal sole...

La morale qual'e', io non ve la so dire,so solo che, se qualche sole illumina anche la vostra vita, non abbiate paura, e non siate egoisti, non tenetelo solo per voi...


Numero 219

 Sotto un cielo di stelle cadenti...

Amore hai visto quella stella?

Ero troppo impegnato a fissare i tuoi occhi...

numero 218

 Come và la vita?

Mi si allarga...

venerdì 7 agosto 2020

Isaac

 Già dal suo inizio questa storia sarà diversa...

Venne chiamato Isaac non tanto per conoscenze scientifiche del padre, ma per una balbuzie, che impedi' al genitore di dargli il nome giusto, Isacco!!!

Poi di suo padre non conservava un gran ricordo, forse le piccole scorribande al mare, con il padre attento a non fare sì che il figlio piccolo annegasse, mentre il nostro restava lì nella sua pozzanghera, a mo'di maiale, con la mamma che aveva un gran bell'urlare, a richiamarlo.

Poi il padre se ne andò, la mamma disse che era volato in cielo, anche se un cugino più grande, un giorno gli raccontò che, forse sempre di cielo si trattava, ma che aveva sentito che aveva trovato una donna, talmente bella, da sembrare un'angelo....

Diventato più grande, alla fine la mamma raccontò a Isaac la verità, e dove lui avrebbe potuto ritrovare papà!

Ed eccomi qua, finalmente deciso ad incontrarlo, non so cosa succederà, ma oramai sono pronto, biglietto del treno, indirizzo in tasca, basta solo arrivi il treno, e via...

"Il diretto Venezia Milano è in arrivo al binario 3, ferma a Verona...", Gracchia l'altoparlante, dando le istruzioni ai viaggiatori.

Attendo che scendano i pochi che si fermano, e salgo, cerco un posto tranquillo, infilo le cuffie ed inizio il viaggio!

Un viaggio di un'ora circa, devo annegare i miei pensieri, devo mettere su qualcosa che non mi faccia pensare...

Dr.stein degli Helloween, brano perfetto, in questo momento, al massimo ricordo i miei trascorsi in radio; improbabile speaker di una improbabile radio che trasmetteva 24 ore di musica liscio e revival, fino a quando implodeva e vomitava tra quelle onde, la nostra inusuale musica metal...

Magari questo te lo potrei raccontare papà, sempre se riuscirò a chiamarti papà!              

Che poi, papà cosa vuol dire? 

Chi ti ha dato la vita, o chi ti ha cresciuto, e mia madre allora, cosa è stata per noi, padre  e madre?

Troppi pensieri ancora, giù di Burn dei Deep Purple, e vai a perdermi con gli assoli, tastiera, chitarra, e dentro me li fischietto, come faccio sempre, stonato come da sempre, cantante rock mancato, come tante cose nella vita...

Mancanze!

Esco dallo zaino il libro di Rumiz, Microcosmi, incomincio a leggere!

Quando Isaac rimase solo, la madre e il fratello rimasero coinvolti in uno stupido incidente d'auto, e morirono a distanza di poche ore uno dall'altra, pensò che avrebbe avuto tutti e motivi per ritrovare papà, come gli suonava strana sta parola!

Sistemate tutte le faccende burocratiche del recente lutto, e cercato di dare un nuovo senso alla sua vita, cominciò a programmare tutto!

Ma detta così, la cosa sembra facile; il difficile fu tutto il resto, dal momento della decisione alla realizzazione, Isaac non ricorda più nemmeno quanto tempo passò.

Fortuna aveva un lavoro, e che i soldi per lui non erano un problema, altrimenti una mazzata del genere, anche economicamente, l'avrebbe distrutto.

Ora vi chiedete come può Isaac sopportare un'esperienza dolorosa del genere, ma d'altra parte tutta la sua vita si svolse su binari diversi, tutto è provvisorio e incerto il suo percorso!

Facendo un passo indietro, all' epoca dei fatti Isaac, aveva poco più di vent'anni, e tutta una vita ancora davanti a lui!

Lo studio non era stata una grande scelta per lui, voleva una scuola professionale, ma si iscrisse ad un istituto tecnico, per garantire alla mamma un figlio diplomato, col solo risultato di lasciare dopo un biennio stentato, e a metà del terzo anno, e via al lavoro, soldi indipendenza, sigarette, e un pò di alcool, ma solo per caricarsi e lasciare a casa la timidezza.

Ed eccomi quasi arrivato!

L'altoparlante gracchia la stazione di arrivo, mi alzo, mi stiracchio, in colonna con gli altri viaggiatori che scendono, ed eccomi qui, ad iniziare la nuova avventura!

Camminando mi immagino la scena, mio padre che apre la porta e trova davanti me, ma me chi?





mercoledì 5 agosto 2020

Dei miei amori ti parlerò 2

Quanto tempo ci ho messo a capire che mi piacevi?
Forse me ne sono accorto solo quando mi hai chiesto perché ti prendevo in giro...
Poi cominciai a corteggiarti, ma senza osare troppo, c'era sempre la solita paura di perderti come amica...
Aveva ragione Mario, prima ci si prova, e poi semmai si diventa amici...
Poi quando smisi, e venni a sapere che...

domenica 2 agosto 2020

Dei miei amori, ti parlerò...

Poi un giorno ti parlerò dei miei amori, e magari tu pure ti ci ritroverai, per esserne stata protagonista, o solo comparsa, con me, o senza di me, perché poi gli amori si sa sono tutti uguali!
E ti ritroverai seduta sulle mie ginocchia, così vicina, che avrei potuto fare tutto di te, così lontana, purtroppo dal mio cuore, cuore innamorato dell'amore, cuore assetato
d'amore, e con la mia coscienza che mi urlava forte di non rompere quel delicato equilibrio...
Fu la prima volta che da cacciatore, divenni preda e chi sa forse fu questo...
Alla fine fu lì la fine, perché l'illusione è dura, sia se sia qualcuno a crearla, sia quando siamo noi stessi a farcele.
E magari mi saresti servita si, a fare esperienza con l'amore, ma ti volevo troppo bene...

numero 216

Di quell'Amore conteso, fui causa ed effetto...
Troppo giovane la donna che mi concepì, mia madre, per potersi unire in matrimonio al suo amato, mio padre!
Le leggi del tempo, davano la maggiore età a ventun'anni, e mia madre non era da molto ventenne...
Effetto del loro amore, causa di quel matrimonio fatto di fretta.
Foto in bianco e nero, ingiallite dal tempo, velate di malinconia per quella fresca perdita, se ne era andata la nonna materna, e per quel matrimonio che sapeva di riparatore, ma che poi fu così longevo...
Finché morte non vi separi...
E mia madre che ricorda sempre, che pure io mi mangiai la mia fetta di torta, piccolo embrione di quattro mesi...
E poi il paese piccolo, e la gente parla, storie di altri tempi, di altri tempi?

sabato 1 agosto 2020

Il mio zaino ( piccola storia triste)

Un giorno ho comprato uno zaino, sai quei bei zaini abbastanza capienti, tipo da montagna, ma non troppo, quelli pieni di laccetti, si sa mai che ti deve attaccarci corde, piccozza e quant'altro ti serva a scalare, peccato io soffra di vertigini, ma vabbè...
Insomma questo zaino mi era compagno di viaggio!
Però un giorno, per un giorno mi abbandonò!
Andammo in vacanza a Cipro, e al momento di ritirare i bagagli, lui non c'era, allora vai con tutta la trafila per lo smarrimento dei bagagli, fortuna mia moglie mastica un po' di inglese, io masticavo improperi!
Poi una volta arrivati in albergo mi accorsi che c'erano cose che mi servivano, nello zaino, beh dormiamoci sopra!
Il giorno dopo, con mia grande gioia, mi fu riconsegnato!
Pensai allora fosse stato a causa dei lacci slacciati, e pensai di premunirmi al ritorno di allacciarli tutti!
Fummo costretti a ritornare dal viaggio in fretta e furia, ma all'aeroporto feci chiedere a mia moglie che non mi perdessero lo zaino un'altra volta!
Arriviamo a Milano, arrivano i bagagli, e cosa manca?
Si, proprio lui, il mio zaino!
Morale della favola, mi chiamarono dopo qualche giorno se potevo andare a ritirarlo a Venezia, pronto?
Voi me l'avete perso, voi me lo conegnate!
Alla fine lo zaino si era fatto un giro per l'Europa, beato lui, Larnaka-Oslo, Oslo- Venezia...
Fine!!!

venerdì 31 luglio 2020

numero 215

... poi all'improvviso, ti accorgi di essere rimasto solo, perché si sa che lo scegliere la solitudine, ed il rimanere soli, cambia completamente...
E ti rimane un sacco di tempo...
Mo' che faccio?
Scrivo!

giovedì 30 luglio 2020

Miti

La ignoranza ha creato Miti e Leggende, ha creato personaggi straordinari, Elfi, Gnomi e Fate, abitanti in posti ricchi di favole, che poi la nostra intelligenza ha estinto...
Si alimentano della nostra fantasia...

numero 214

Riflessione spirituale...
L'uomo di per sé è proteso verso il cielo.
La sua struttura fisica lo porta ad elevarsi, non fosse stato così, saremo ancora a quattro zampe...
L'uomo che tende al cielo, a non peccare!
Il serpente simbolo del peccato, costretto a strisciare tra la polvere...

sabato 25 luglio 2020

numero 211

...e poi ti accorgi che stai modellando qualcosa, e quel qualcosa, pian piano sta prendendo forma, prima un pezzo di argilla, poi una forma, e via via una foggia...

sabato 18 luglio 2020

numero 210

È vanagloria aspettare che qualcuno si ricordi di te, almeno un giorno in un anno, o ognuno ha quel che si merita?

mercoledì 15 luglio 2020

Ti racconto

Ti racconto in questo mio, né gli amori, né le gesta eroiche dei protagonisti, bensì ti ricorderò di quel che abbiamo vissuto, prima che la nebbia del tempo si porti via tutto, come il tempo già se portato via alcuni degli attori protagonisti!
La storia è per te che o ai fatti non hai potuto partecipare, o vivendoli, rischi di dimenticare!

La casa

La casa dei miei nonni paterni, a vederla ora era una casa molto povera, ma ai tempi, per me era solo la casa dei nonni.
Fatta tutta di mattoni, aveva un fascino particolare.
Non aveva un portone per entrare, ma un piccolo cortile di sassi, con una veranda fatta con la vite americana, che agli inizi d'agosto, con la festa del patrono, ci dava già quei buoni grappoli di uva nera e dolce, e forniva riparo e frescura, per le nostre solite feste di famiglia.
La casa aveva due pezzi di terra recintati, sulla sinistra c'era un orto, la gioia del nonno, e che a me bambino, sembrava enorme, sulla destra una specie di giardino, metà delle nostre avventure, che all'inizio aveva una fontana, con l'acqua che scorreva sempre, gelida d'inverno, ma rinfrescante d'estate per noi, e per le angurie che ci navigavano dentro, e che riuscivano a rimanere intatte anche ai nostri ripetuti tentativi di annegamento!
Dentro il giardino, durante una nostra sessione di scavi, trovammo pure un tesoro, delle monete che qualche mio zio, poco furbo, o ingenuo, seminò su consiglio, sperando nella crescita dei soldi ( ma i soldi si sa, non crescono sugli alberi, o no?)
La casa contava di due stanze per piano, al piano terra una cucina, un salotto, con la famosa libreria, vanto della nonna!
C'erano poi tre camere ed una soffitta, dove c'erano i segreti...
Dentro li lì ci sentivamo esploratori, alla ricerca di qualsiasi indizio ci avrebbe portato a capire il perché...
E c'era la vecchia bici, o il quadro incompiuto, e...
I letti a me sembravano altissimi, tanto che, mi sembrava di dover scalare per entrarci dentro!
Ma poi ho capito perché erano così alti, sotto ci doveva stare la " monega", che poi non era altro che un porta braci, che consentiva di scaldare un po' quei letti, in quelle stanze senza riscaldamento!
Alla fine l'unica stanza calda era la cucina!

Natale

Natale in casa dei nonni era qualcosa di magico, non mi ricordo grandi pranzi o cene, ma era un porto di mare; tu sapevi che in ogni momento avresti trovato due pentoloni sul fuoco, uno di cioccolata fatta con la fecola, quella che, una volta messo il cucchiaino sulla chicchera, questo restava in piedi, ed un pentolone di minestrone per i grandi!
Poi meraviglia delle meraviglie, il grande presepio, che riempiva tutto lo spazio del caminetto!
Ma poi la sorpresa più grande era in salotto, dove trovavi dei fili, a mo' di stendipanni, con attaccate tante calze, quanti eravamo noi nipoti, e vi giuro erano tante!

Personaggi

Oltre ai nonni, e qualche zio da sposare, ricordo, pur se ero molto piccolo, il fratello del nonno.
Lui era, come si direbbe ora, diversamente abile, per noi era solo un compagno di giochi e di avventure un po' più grande...
Domenico il suo nome, se ne andò una mattina, rientrato la notte non si alzò più, e quando mi dissero che se ne era andato senza salutarmi, ci stetti malissimo, ma di lì a poco capii e maturai la mia teoria in cui, chi ci lascia, è  solo da un'altra parte!
Il tigre è uno degli animali di casa, lui amava farti gli agguati, e per quanto ne fossi preparato, ogni volta era un colpo al cuore, quando ti saltava sulla spalla, balzando giù dai pensili della cucina!
Tra gli zii che ricordo di più, c'era Roberto, talmente simili, che ci scambiavano per padre e figlio.

Poi lui non essendo ancora sposato, o sì boh, mi portava in giro dappertutto, a caccia, che poi non mi è mai piaciuta, ma non potevo non seguirlo, in giro per torrenti, o magari solo a raccogliere la verdura!
E lui era cuoco, e quando apri il suo ristorante andai subito a dargli una mano, ma questa è un'altra storia!
Ma mi sembra di avere dimenticato qualcuno, o forse non è vero che il bello lo si tiene per il finale?
I nonni!
Nonno Virgilio, detto Gino, e la nonna Virginia!
Se ne fossi capace, ne farei una statua!
Tanto austera e donna amante dei libri e delle storie la nonna, che mi iniziò ai libri, lei amante delle storie autobiografiche, tanto compagnone ed ironico il nonno!
Un uomo d'altri tempi, un'esempio per me, da imitare sia per la sua correttezza morale, sia per la sua sottile ironia.
Vi ho voluto bene!

Ricordo mio nonno che si sedeva accanto a me, apriva il cassetto della tavola, tirava fuori un coltello, ed incominciava a sbucciare una mela, lui adorava quelle gialle, e non contento di averla pelata, me la incideva facendo tanti piccoli quadratini, che rendevano la mela di un gusto che non ho più ritrovato!
E poi lo ricordo nella rimessa annessa alla casa, una specie di ripostiglio laboratorio, dove incominciò, forse stanco di essere un pensionato nullafacente, la sua febbrile opera di rimessa a nuovo di biciclette, che penso recuperasse dai rottamatori, e che lui rimetteva a nuovo per donarne una ad ogni nipote!

Delle giornate passate in quella casa, ricordo che c'era la tradizione, per i grandi, di andare a giocare a carte in un posto lì vicino, io ci andai, ma non ne conservo granché ricordo, perché forse troppo giovane, o per altri interessi!
Giocavano a tresette, e a " foracio", un gioco che per me rimane mistero!
La cosa che ho sempre amato dei nonni era il modo che avevano di esprimere il loro amore e la loro unione; un bacino ogni tanto ed il tenersi a braccetto, o per mano, un sostegno l'uno per l'altro!

I fine settimana con i miei genitori erano quasi cadenzati, dal giro che si faceva a salutare tutti i membri della nostra numerosa famiglia!
Un rituale che purtroppo non ho portato avanti.
C'erano da andare a trovare gli zii del babbo, e li non è che ci si divertiva poi tanto, a parte uno zio che aveva una cava, e che a suo tempo, raccoglieva i sassi dal fiume, per farne che poi?
Ma a me quello che interessava era guardare quegli scheletri di vecchi camion, dal muso lungo, ed andare a tirare i sassi sul fiume, o cercare minerali e fossili.
Altra cosa era il giro a trovare i fratelli di mio papà, li c'erano i cugini!!

Uno dei posti più belli in assoluto, era la casa di campagna di mio zio Antonio!
Io quando scrivo mi ritrovo li, e la vedo com'era, con la vecchia fontana, che fatica muovere quella leva per fare uscire l'acqua, mi vedo lì su quel passaggio, dove sotto scorreva un ruscello, sentendo gracidare le rane, cercare dov'erano per tentare di acchiapparle.

E un ricordo divertente mi sovviene in questo momento!
Aveva mio zio, un piccolo acquario, e incautamente, non mi ricordo se per salvarlo da morte certa, messo dentro un pesce gatto, senza conoscere la sua nomea di pesce voracissimo, bene la volta dopo restava solo luì all'interno!
E le corse nel campo delimitato dalle piante, con la sfida tra uomini e donne, lui aveva solo figlie, con la mia cugina più atletica che ci batteva sempre, che rabbia per la nostra virilità!

E poi facciamo un salto indietro, andiamo a raccontare di un donna immensa, un faro che per anni ci indicò l'approdo sicuro, donna d'altri tempi, donna nata in un'altro secolo, memoria storica di avvenimenti, che raccontava a noi boce, e si rimaneva stupiti, come se quasi potesse aver visto in vita sua pure i dinosauri...
Lei era la mamma di mia nonna, la bisnonna!
Donna minuta, così fragile, che pareva fatta di cristallo, ma talmente forte, energica e temprata dalla vita che visse fino a 102 anni abbondanti!
E ci raccontava storie meravigliose, di quando non esisteva la corrente elettrica, e di quel trenino famoso dalle nostre parti, o degli esodi in tempo di guerra...
Ma poi, così moderna, così aperta, che ricordo una volta si andò a trovarla con i nostri rumorosissimi motorini, e lei ci accolse dicendo:" io godo a vedervi contenti, e su queste moto vi vedo contenti"...
E qualcuno ci bestemmiava alle spalle, quando si girava in moto!
E quando nella fabbrica facevano ancora le mollette, quelle di legno, bei tempi, noi si andava a provare, per vedere se pure noi eravamo capaci di assemblarle.
La bisnonna abitava il piano terra della casa del figlio, ed era autosufficiente in tutto; una volta qualcuno ebbe la sciagurata idea di proporle di andare in pensionato, e lei con la sua solita verve: " io in pensionato con i veci?"...
Ed il discorso finì lì!
A parte i bisnonni materni di cui ho vaghi ricordi, lei fu la prima della mia famiglia che se ne andò!
Ricordo al funerale che dopo la benedizione della bara, alla fine della messa funebre, mi sembrò quasi di vedere vagare il suo spirito assieme al fumo dell'incenso...

Riflessione

Quel che mi sovviene adesso, scrivendone, è che quando mi raccontavano della guerra, tutte le persone care, che l'avevano vissuta, non mi dicevano mai le cose truci che si sentono nei libri, non so, forse per non averle vissute in prima persona, o forse per non turbarmi, chissà!
Ed i racconti erano, o diventavano per me, qualcosa di quasi mitico; mi parlavano di Pippo, quell'aereo che passava di notte, quando le luci dovevano essere spente, ma io lo vedevo, nelle mie fantasie, come il personaggio amico di Topolino, o di quando erano obbligati ad andare al lavoro, pur col rischio cadesse qualche bomba, oppure mio padre piccolissimo, che con i caricatori dei fucili, si faceva i cinturoni, e si inventava di essere un cowboy!
L'unico racconto della guerra che non mi fu fatto dalla mia famiglia, e che ancora adesso mi fa venire i brividi, mi fu fatto da mia suocera, quando si riversarono in strada, ad aspettare l'entrata in paese degli alleati, e si trovarono, senza conseguenze, a trovarsi a diretto contatto con le truppe tedesche in ritirata, che già avevano lasciato una scia di sangue nel loro cammino!
Più che altro le storie che mi venivano raccontate, dai veci, erano cronistorie di quel che avevano vissuto giornalmente, di quei cambiamenti epocali, che vissero e che per noi sembravano già consuetudine!

Altri racconti...

Il nonno, persona elegante, amava essere sempre vestito in giacca,camicia e cravatta; penso a quanto soffrì a causa del suo male, costretto in tuta ginnica, nella sedia a rotelle!
Pure mia nonna era donna elegante e fiera, talmente austera nel suo portamento, che il nonno la rimbrottava dandole aristocratici natali.
Però era una gioia vederli assieme, mano nella mano, o a braccetto, e a scambiarsi un bacio, come due innamorati, dopo tanto tempo assieme!
Nonno, come ho già detto, era pieno di sarcasmo, ed aveva una capacità innata di punzecchiare le persone, colpendole bonariamente nei loro lati deboli, e chi era permaloso, più ne ne subiva danno!
Poi sapeva essere simpatico in ogni momento!
Ricordo una volta che venne a trovarci a casa col suo motorino, la maggior parte della famiglia abitava tutta i paese, noi eravamo, se si può dire, emigrati a qualche chilometro, e venne con una pianta per mia madre! 
Non ricordo se fu a causa del pollice verde di mia mamma, ma lui giela diede dicendo:" questa puoi pure dimenticare di bagnarla...": era di plastica!
Mia nonna, finché la memoria la sorresse, ricordava tutti i compleanni, ed era usa a fare un regalo ai suoi sette figli, tre femmine e quattro maschi, solo che, e non ho capito mai perché, a mio padre toccò per anni una camicia con la stessa fantasia, magari aveva fatto uno stock (?), ma della taglia sbagliata...
Rimasero molti anni nell'armadio, chissà che fine avranno fatto!

A volte è bello ritornare su ciò che è già stato scritto, e ricordare anche queste due persone, mano nella mano, come due innamorati da una vita, perché si sa che gli anni ad un certo punto contano magari solo per gli altri.
Quei baci che ancora si scambiavano, a dimostrare che i gesti di affetto non hanno tempo.
Ricordo quelle loro passeggiate, a braccetto, la fierezza di mia nonna, con la sua andatura claudicante, e il nonno li di fianco ad essere compagno e sostegno, anche quando lei, dopo l'operazione all'anca, cominciò ad avere quei vuoti di memoria, lui era lì, a sostenerla!
Nonna mi sorprese molto il giorno del funerale del nonno, lei che era sembrata così lontana, così dentro alle sue fantasie, da quasi non rendersi conto di ciò che viveva, e poi d'un tratto...
Dovete sapere che in quei giorni ci fu molta pioggia, e mio nonno venne seppellito nella nuda terra.
Non mi intendo di queste cose, per cui non so se fu noncuranza, o un dato di fatto, ma quando calarono la bara, venne sommersa dall'acqua, e mia nonna gridò:" ma come, in mezzo all'acqua me lo mettete?".

Altro...

Poi partendo dalla casa dei nonni, ci si poteva recare, non lontano, in una acquacoltura, in un allevamento di trote.
Non lontano da lì, c'è una zona di risorgive, dove l'acqua risale in superficie, dopo il suo percorso dalla montagna alla pianura.
Ed è tutto un susseguirsi di canali e specchi d'acqua, mio padre mi raccontava che ai suoi tempi c'erano pure i gamberetti d'acqua dolce!

martedì 14 luglio 2020

numero 209

A volte scrivo pensieri talmente leggeri, che se lascio appena appena la finestra aperta, se ne volano via!

I paesaggi del cuore

  I paesaggi del cuore ... eppure non conservo grandi ricordi di chi ci abitava, però quel luogo mi è rimasto nel cuore! Si usciva dalla ca...