mercoledì 15 luglio 2020

Ti racconto

Ti racconto in questo mio, né gli amori, né le gesta eroiche dei protagonisti, bensì ti ricorderò di quel che abbiamo vissuto, prima che la nebbia del tempo si porti via tutto, come il tempo già se portato via alcuni degli attori protagonisti!
La storia è per te che o ai fatti non hai potuto partecipare, o vivendoli, rischi di dimenticare!

La casa

La casa dei miei nonni paterni, a vederla ora era una casa molto povera, ma ai tempi, per me era solo la casa dei nonni.
Fatta tutta di mattoni, aveva un fascino particolare.
Non aveva un portone per entrare, ma un piccolo cortile di sassi, con una veranda fatta con la vite americana, che agli inizi d'agosto, con la festa del patrono, ci dava già quei buoni grappoli di uva nera e dolce, e forniva riparo e frescura, per le nostre solite feste di famiglia.
La casa aveva due pezzi di terra recintati, sulla sinistra c'era un orto, la gioia del nonno, e che a me bambino, sembrava enorme, sulla destra una specie di giardino, metà delle nostre avventure, che all'inizio aveva una fontana, con l'acqua che scorreva sempre, gelida d'inverno, ma rinfrescante d'estate per noi, e per le angurie che ci navigavano dentro, e che riuscivano a rimanere intatte anche ai nostri ripetuti tentativi di annegamento!
Dentro il giardino, durante una nostra sessione di scavi, trovammo pure un tesoro, delle monete che qualche mio zio, poco furbo, o ingenuo, seminò su consiglio, sperando nella crescita dei soldi ( ma i soldi si sa, non crescono sugli alberi, o no?)
La casa contava di due stanze per piano, al piano terra una cucina, un salotto, con la famosa libreria, vanto della nonna!
C'erano poi tre camere ed una soffitta, dove c'erano i segreti...
Dentro li lì ci sentivamo esploratori, alla ricerca di qualsiasi indizio ci avrebbe portato a capire il perché...
E c'era la vecchia bici, o il quadro incompiuto, e...
I letti a me sembravano altissimi, tanto che, mi sembrava di dover scalare per entrarci dentro!
Ma poi ho capito perché erano così alti, sotto ci doveva stare la " monega", che poi non era altro che un porta braci, che consentiva di scaldare un po' quei letti, in quelle stanze senza riscaldamento!
Alla fine l'unica stanza calda era la cucina!

Natale

Natale in casa dei nonni era qualcosa di magico, non mi ricordo grandi pranzi o cene, ma era un porto di mare; tu sapevi che in ogni momento avresti trovato due pentoloni sul fuoco, uno di cioccolata fatta con la fecola, quella che, una volta messo il cucchiaino sulla chicchera, questo restava in piedi, ed un pentolone di minestrone per i grandi!
Poi meraviglia delle meraviglie, il grande presepio, che riempiva tutto lo spazio del caminetto!
Ma poi la sorpresa più grande era in salotto, dove trovavi dei fili, a mo' di stendipanni, con attaccate tante calze, quanti eravamo noi nipoti, e vi giuro erano tante!

Personaggi

Oltre ai nonni, e qualche zio da sposare, ricordo, pur se ero molto piccolo, il fratello del nonno.
Lui era, come si direbbe ora, diversamente abile, per noi era solo un compagno di giochi e di avventure un po' più grande...
Domenico il suo nome, se ne andò una mattina, rientrato la notte non si alzò più, e quando mi dissero che se ne era andato senza salutarmi, ci stetti malissimo, ma di lì a poco capii e maturai la mia teoria in cui, chi ci lascia, è  solo da un'altra parte!
Il tigre è uno degli animali di casa, lui amava farti gli agguati, e per quanto ne fossi preparato, ogni volta era un colpo al cuore, quando ti saltava sulla spalla, balzando giù dai pensili della cucina!
Tra gli zii che ricordo di più, c'era Roberto, talmente simili, che ci scambiavano per padre e figlio.

Poi lui non essendo ancora sposato, o sì boh, mi portava in giro dappertutto, a caccia, che poi non mi è mai piaciuta, ma non potevo non seguirlo, in giro per torrenti, o magari solo a raccogliere la verdura!
E lui era cuoco, e quando apri il suo ristorante andai subito a dargli una mano, ma questa è un'altra storia!
Ma mi sembra di avere dimenticato qualcuno, o forse non è vero che il bello lo si tiene per il finale?
I nonni!
Nonno Virgilio, detto Gino, e la nonna Virginia!
Se ne fossi capace, ne farei una statua!
Tanto austera e donna amante dei libri e delle storie la nonna, che mi iniziò ai libri, lei amante delle storie autobiografiche, tanto compagnone ed ironico il nonno!
Un uomo d'altri tempi, un'esempio per me, da imitare sia per la sua correttezza morale, sia per la sua sottile ironia.
Vi ho voluto bene!

Ricordo mio nonno che si sedeva accanto a me, apriva il cassetto della tavola, tirava fuori un coltello, ed incominciava a sbucciare una mela, lui adorava quelle gialle, e non contento di averla pelata, me la incideva facendo tanti piccoli quadratini, che rendevano la mela di un gusto che non ho più ritrovato!
E poi lo ricordo nella rimessa annessa alla casa, una specie di ripostiglio laboratorio, dove incominciò, forse stanco di essere un pensionato nullafacente, la sua febbrile opera di rimessa a nuovo di biciclette, che penso recuperasse dai rottamatori, e che lui rimetteva a nuovo per donarne una ad ogni nipote!

Delle giornate passate in quella casa, ricordo che c'era la tradizione, per i grandi, di andare a giocare a carte in un posto lì vicino, io ci andai, ma non ne conservo granché ricordo, perché forse troppo giovane, o per altri interessi!
Giocavano a tresette, e a " foracio", un gioco che per me rimane mistero!
La cosa che ho sempre amato dei nonni era il modo che avevano di esprimere il loro amore e la loro unione; un bacino ogni tanto ed il tenersi a braccetto, o per mano, un sostegno l'uno per l'altro!

I fine settimana con i miei genitori erano quasi cadenzati, dal giro che si faceva a salutare tutti i membri della nostra numerosa famiglia!
Un rituale che purtroppo non ho portato avanti.
C'erano da andare a trovare gli zii del babbo, e li non è che ci si divertiva poi tanto, a parte uno zio che aveva una cava, e che a suo tempo, raccoglieva i sassi dal fiume, per farne che poi?
Ma a me quello che interessava era guardare quegli scheletri di vecchi camion, dal muso lungo, ed andare a tirare i sassi sul fiume, o cercare minerali e fossili.
Altra cosa era il giro a trovare i fratelli di mio papà, li c'erano i cugini!!

Uno dei posti più belli in assoluto, era la casa di campagna di mio zio Antonio!
Io quando scrivo mi ritrovo li, e la vedo com'era, con la vecchia fontana, che fatica muovere quella leva per fare uscire l'acqua, mi vedo lì su quel passaggio, dove sotto scorreva un ruscello, sentendo gracidare le rane, cercare dov'erano per tentare di acchiapparle.

E un ricordo divertente mi sovviene in questo momento!
Aveva mio zio, un piccolo acquario, e incautamente, non mi ricordo se per salvarlo da morte certa, messo dentro un pesce gatto, senza conoscere la sua nomea di pesce voracissimo, bene la volta dopo restava solo luì all'interno!
E le corse nel campo delimitato dalle piante, con la sfida tra uomini e donne, lui aveva solo figlie, con la mia cugina più atletica che ci batteva sempre, che rabbia per la nostra virilità!

E poi facciamo un salto indietro, andiamo a raccontare di un donna immensa, un faro che per anni ci indicò l'approdo sicuro, donna d'altri tempi, donna nata in un'altro secolo, memoria storica di avvenimenti, che raccontava a noi boce, e si rimaneva stupiti, come se quasi potesse aver visto in vita sua pure i dinosauri...
Lei era la mamma di mia nonna, la bisnonna!
Donna minuta, così fragile, che pareva fatta di cristallo, ma talmente forte, energica e temprata dalla vita che visse fino a 102 anni abbondanti!
E ci raccontava storie meravigliose, di quando non esisteva la corrente elettrica, e di quel trenino famoso dalle nostre parti, o degli esodi in tempo di guerra...
Ma poi, così moderna, così aperta, che ricordo una volta si andò a trovarla con i nostri rumorosissimi motorini, e lei ci accolse dicendo:" io godo a vedervi contenti, e su queste moto vi vedo contenti"...
E qualcuno ci bestemmiava alle spalle, quando si girava in moto!
E quando nella fabbrica facevano ancora le mollette, quelle di legno, bei tempi, noi si andava a provare, per vedere se pure noi eravamo capaci di assemblarle.
La bisnonna abitava il piano terra della casa del figlio, ed era autosufficiente in tutto; una volta qualcuno ebbe la sciagurata idea di proporle di andare in pensionato, e lei con la sua solita verve: " io in pensionato con i veci?"...
Ed il discorso finì lì!
A parte i bisnonni materni di cui ho vaghi ricordi, lei fu la prima della mia famiglia che se ne andò!
Ricordo al funerale che dopo la benedizione della bara, alla fine della messa funebre, mi sembrò quasi di vedere vagare il suo spirito assieme al fumo dell'incenso...

Riflessione

Quel che mi sovviene adesso, scrivendone, è che quando mi raccontavano della guerra, tutte le persone care, che l'avevano vissuta, non mi dicevano mai le cose truci che si sentono nei libri, non so, forse per non averle vissute in prima persona, o forse per non turbarmi, chissà!
Ed i racconti erano, o diventavano per me, qualcosa di quasi mitico; mi parlavano di Pippo, quell'aereo che passava di notte, quando le luci dovevano essere spente, ma io lo vedevo, nelle mie fantasie, come il personaggio amico di Topolino, o di quando erano obbligati ad andare al lavoro, pur col rischio cadesse qualche bomba, oppure mio padre piccolissimo, che con i caricatori dei fucili, si faceva i cinturoni, e si inventava di essere un cowboy!
L'unico racconto della guerra che non mi fu fatto dalla mia famiglia, e che ancora adesso mi fa venire i brividi, mi fu fatto da mia suocera, quando si riversarono in strada, ad aspettare l'entrata in paese degli alleati, e si trovarono, senza conseguenze, a trovarsi a diretto contatto con le truppe tedesche in ritirata, che già avevano lasciato una scia di sangue nel loro cammino!
Più che altro le storie che mi venivano raccontate, dai veci, erano cronistorie di quel che avevano vissuto giornalmente, di quei cambiamenti epocali, che vissero e che per noi sembravano già consuetudine!

Altri racconti...

Il nonno, persona elegante, amava essere sempre vestito in giacca,camicia e cravatta; penso a quanto soffrì a causa del suo male, costretto in tuta ginnica, nella sedia a rotelle!
Pure mia nonna era donna elegante e fiera, talmente austera nel suo portamento, che il nonno la rimbrottava dandole aristocratici natali.
Però era una gioia vederli assieme, mano nella mano, o a braccetto, e a scambiarsi un bacio, come due innamorati, dopo tanto tempo assieme!
Nonno, come ho già detto, era pieno di sarcasmo, ed aveva una capacità innata di punzecchiare le persone, colpendole bonariamente nei loro lati deboli, e chi era permaloso, più ne ne subiva danno!
Poi sapeva essere simpatico in ogni momento!
Ricordo una volta che venne a trovarci a casa col suo motorino, la maggior parte della famiglia abitava tutta i paese, noi eravamo, se si può dire, emigrati a qualche chilometro, e venne con una pianta per mia madre! 
Non ricordo se fu a causa del pollice verde di mia mamma, ma lui giela diede dicendo:" questa puoi pure dimenticare di bagnarla...": era di plastica!
Mia nonna, finché la memoria la sorresse, ricordava tutti i compleanni, ed era usa a fare un regalo ai suoi sette figli, tre femmine e quattro maschi, solo che, e non ho capito mai perché, a mio padre toccò per anni una camicia con la stessa fantasia, magari aveva fatto uno stock (?), ma della taglia sbagliata...
Rimasero molti anni nell'armadio, chissà che fine avranno fatto!

A volte è bello ritornare su ciò che è già stato scritto, e ricordare anche queste due persone, mano nella mano, come due innamorati da una vita, perché si sa che gli anni ad un certo punto contano magari solo per gli altri.
Quei baci che ancora si scambiavano, a dimostrare che i gesti di affetto non hanno tempo.
Ricordo quelle loro passeggiate, a braccetto, la fierezza di mia nonna, con la sua andatura claudicante, e il nonno li di fianco ad essere compagno e sostegno, anche quando lei, dopo l'operazione all'anca, cominciò ad avere quei vuoti di memoria, lui era lì, a sostenerla!
Nonna mi sorprese molto il giorno del funerale del nonno, lei che era sembrata così lontana, così dentro alle sue fantasie, da quasi non rendersi conto di ciò che viveva, e poi d'un tratto...
Dovete sapere che in quei giorni ci fu molta pioggia, e mio nonno venne seppellito nella nuda terra.
Non mi intendo di queste cose, per cui non so se fu noncuranza, o un dato di fatto, ma quando calarono la bara, venne sommersa dall'acqua, e mia nonna gridò:" ma come, in mezzo all'acqua me lo mettete?".

Altro...

Poi partendo dalla casa dei nonni, ci si poteva recare, non lontano, in una acquacoltura, in un allevamento di trote.
Non lontano da lì, c'è una zona di risorgive, dove l'acqua risale in superficie, dopo il suo percorso dalla montagna alla pianura.
Ed è tutto un susseguirsi di canali e specchi d'acqua, mio padre mi raccontava che ai suoi tempi c'erano pure i gamberetti d'acqua dolce!

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