Mi ricordo che da giovane avevo l'avvenire davanti, poi cambiai letture.
Riuscirà il nostro eroe a scrivere quel libro, in cantiere da tanti anni? Parole, opere ed ammissioni, pensierini e curiosi aneddoti, in poche parole: stupidaggini.
Dopo
Nell'altra vita, quando mia moglie si recava in un negozio in centro, fuori davanti alle vetrine trovava sempre delle zingare che facevano l'elemosina.
Quando le dicevano "signora, carità!",
mia moglie non si fermava, mentre entrava, ma diceva loro dopo, perché magari dopo aver pagato si trovava con qualche spicciolo in tasca, che lasciava alle zingare, quando usciva.
Le zingare sono tre sorelle, che abitano in un paese vicino.
Tanto zingare non sono, perché ormai stanno sempre qua'.
Adesso che ci siamo trasferiti nel paese vicino, dove abitano le tre zingare, le puoi trovare davanti al supermercato dove andiamo a fare la spesa; le riconosci subito, perché ti chiamano dicendo "signora carità", e se tu non dai loro retta, loro ti dicono:"dopo!"
Tristezza
La tristezza sale,
su su verso il cielo,
e il cielo,
di rimando,
si riempie di nuvole e,
si colora di tonalità di grigio,
fino a che,
quella tristezza,
in pioggia trasforma...
Un estate con
La natura vive di un equilibrio perfetto, un dare avere che regola la vita, di questo ne era convinto, tanto che, ad ogni estate, andava in crisi.
Le finestre aperte, per cercare il fresco...
E la luce della Luna?
La luna vive di riflesso!
La Luna vive di riflesso, e illumina le tue notti, ma qualcosa da te, per mantenere l'equilibrio, vuole in cambio, e cosa vuole in cambio la Luna?
La tua memoria e i tuoi ricordi, di questo era convinto!
I famosi vuoti di memoria, da dove vengono?
E ad ogni estate, lui che dormiva sopra il letto senza usarlo, si tirava fuori il cuscino e, appena si coricava, la testa ci nascondeva sotto, un' estate con la testa sotto il cuscino, per la paura che Luna lo privasse della sua memoria, dei suoi ricordi.
Piccole crepe,
su muri antichi,
da elementi scolpiti.
Edera,
di verde
quei muri colora,
pace.
Luogo ameno,
e solitario,
da sentirsi soli,
e immensamente noi,
abbracciati,
stesi tra l'erba,
mentre,
stavolta,
sono le stelle
che stanno a guardare!
Rosa
la roccia dall'acqua,
nella sua impellente corsa
verso il mare.
Rosa
la pallida rosa,
dai petali cadenti,
attirati verso terra
dalla gravità terrestre.
Rosa
la dolce nuvola rosa,
portata dal vento
nel cielo azzurro.
Luce
Pallida luce,
ad illuminare notte scura,
notte da paura,
di caldo e da incubi.
Buio o quasi fuori,
e buio dentro,
dentro il cuore,
sempre più buio,
col passare delle ore,
aspettando o agognando
le prime luci del mattino,
quel pallido sole,
cancellino a togliere le ombre,
il buio a questa
oscura notte!
Le parole,
quelle che ti immagini,
parole dette per te,
solo per te,
ed una mano che,
dolcemente si unisce alla tua,
un brivido...
Apri gli occhi,
l'immagine sparisce,
di parole nemmeno il movimento,
in questa triste stanza,
sola!
Pioggia
Edoardo seduto davanti alla finestra, che se ti capitasse di guardarlo negli occhi, potresti vedere il suo sguardo perso nel vuoto.
Poi d'un tratto il suo viso si illumina, come se avesse avvertito che qualcosa era cambiato, lì davanti a lui.
Edoardo non si era accorto del sole che, piano piano stava scomparendo, ne delle nuvole che, portate dal vento, mano a mano si stringevano una all' altra, rendendo il cielo grigio; si avvide però delle prime gocce di pioggia che iniziavano a scendere una ad una, e poi sempre più fitte, che ad uscire fuori ti saresti inzuppato!
Edoardo si illuminò in viso, e si mise a cercare qualcosa lungo i corridoi, poi felice trovo' quello che cercava!
Era un contenitore quello che Edoardo andava cercando, fino a trovare una caraffa di plastica, che appoggiò con molta cautela alla sua finestra, poi prese e andò alla porta che portava in giardino, se ne uscì fuori, sotto la pioggia.
Edoardo lasciata la porta aperta, in giardino mise le mani a coppa verso il cielo, cercando di raccogliere più pioggia possibile, poi rientrava e versava il contenuto dentro la caraffa.
Continuò così fino a che non fu soddisfatto, zuppo e soddisfatto del suo lavoro.
Chiusa la porta, si rimise davanti alla sua finestra, ammirando felice il suo tesoro, quello che aveva raccolto e che stava dentro la caraffa!
Per esperienza ho visto che quando pensi di aver perso tutte le speranze, ti capita qualcos'altro di brutto e ti rendi conto che avevi ancora una speranza da perdere.
Un rifugio nel verde
Giada si scuote dal suo torpore, pensa "che stupida, come ho fatto ad addormentarmi?"
Era cominciato da poco il suo viaggio, un misto tra una ricerca di pace e di spiritualità, destinazione Assisi, cercando un rifugio nel verde dell'Umbria!
Giada si era addormentata addosso a Fabio, Fabio che nemmeno conosceva!
Tutto era cominciato così, lei seduta in treno, accanto al finestrino, guardava il verde della sua provincia, Fabio entro', "scusi signorina, sono liberi questi posti?"
Giada rispose che sì, erano liberi, e Fabio si sedette, lasciando un posto tra loro due, ma da lì a poco entrò uno strano personaggio, che noi conosciamo, ma loro due ancora no, era Fato, nella sua tutina aderente e Fabio, istintivamente, si sposta verso Giada, per fare posto a questo strano personaggio, il Fato, che attira gli sguardi di tutti i viaggiatori, mentre comodamente prende posto!
"Ciao, mi chiamo Fabio", "e io Giada".
Due parole fra loro, due parole, le solite cose, o forse qualcosa di più, quel qualcosa che ti colpisce il cuore, e che ti viene da pensare che già lui ti conosce più di chiunque altro, e tu non aspettavi nessun'altro che lui, o lui cercasse solamente te!
E mentre Giada e Fabio erano intenti nelle loro chiacchiere, lo strano personaggio, che noi tutti conosciamo, il Fato nella sua tutina aderente, se ne era già andato; aveva già svolto il suo
compito?
Di quella volta che, prese un sasso e lo lanciò in acqua, e lo vide planare, facendo uno due e tre saltelli a pelo d'acqua.
Meravigliato prese un altro sasso più piatto, e riprovò. I saltelli aumentarono a quattro, cinque e quasi sei! La noia svanì!Cerco,
perso in positivo
pensiero,
com'ero,Oggi il sole è venuto
a bussare alla mia finestra,
dice"alzati",Di quel cielo che,
così celeste
Butterfly
Edoardo seduto alla sua finestra...
Guarda e sembra non vedere poi, ad un tratto, il suo sguardo si illumina...
Qualcosa fuori in giardino ha attirato la sua attenzione, un richiamo, e lui è un novello Ulisse in viaggio...
Un Ulisse in viaggio verso casa, attirato da quelle sirene che, verso casa non vogliono lasciarlo andare, e Edoardo si alza, attirato dal loro canto, e seguendolo, và verso la porta che da in giardino e se ne esce!
La porta lasciata aperta, tanto Edoardo non da mai problemi, lui se ne rimane tranquillo sulla sua sedia, davanti alla sua finestra, non c'è bisogno di controllare Edoardo e infatti in quel momento non c'è nessuno in giro che possa accorgersi di lui che, come incantato, apre la porta e se ne esce solo in giardino!
Dovete sapere che, non lontano dall'istituto, c'è un parco che viene gestito da una cooperativa sociale, che nel tempo hanno sistemato la zona creando un vivaio e una struttura dove ospitano delle farfalle, solo che, ogni tanto, qualcuna se ne vola via libera.
Qualche farfalla dal parco se ne scappa, e la prima tappa che fa' è dentro il giardino dell' istituto.
Ed Edoardo da queste leggiadre farfalle rimase incantato, le vide dalla sua finestra, e ammirato e curioso uscì a cercarle.
Né vide qualcuna che conosceva, e una che non aveva mai visto, ingenuamente la toccò, e portò le mani alla bocca per sentirne il gusto, Edoardo ripeté più volte quella operazione, senza conoscere le conseguenze a cui andava incontro!
Sì sentì strano, non tanto bene, ma nemmeno malissimo, poi iniziò a vomitare, e cadde svenuto a terra, poi cominciò a volare verso il cielo, inseguendo le farfalle, e poi più su seguendo gli uccelli in volo, e poi più su, ad incrociare gli aerei, e forse arrivò da Dio, e Edoardo era felice, molto felice, talmente tanto che, quando gli inservienti preoccupati, lo andarono a cercare, lo trovarono così, morto con un magnifico sorriso sulle labbra!
Piano piano,
mi allontano dai pensieri,
quelli neri,E lo vedi,
Edoardo,
sta fuori sotto la pioggia,
e non importa,Tappeto volante
Sdraiato sul mio comodo tappeto volante, guardo il cielo col naso all' insu', anche perché se fossi girato non lo vedrei, e guardo le nuvole che si rincorrono...
...mi vien voglia di andare a giocare con loro!
Prendo e comando il mio tappeto volante, e salgo su in alto nel cielo!
Inseguo una nuvola fino a prenderla, cerco di rallentare il suo volo, ma lei si rabbuia...
I paesaggi del cuore ... eppure non conservo grandi ricordi di chi ci abitava, però quel luogo mi è rimasto nel cuore! Si usciva dalla ca...